Tutti mangiamo, o perlomeno, tutti dovremmo mangiare, e lo dovremmo pure fare in maniera consapevole. Il nostro livello economico e culturale ci ha tolto, fortunatamente, quella che una volta era definita “Fame”, ora ci nutriamo diversamente, non soddisfiamo solamente l’appetito, di un piatto apprezziamo la presentazione, il profumo, ed il gusto, per cui non a caso il cibo è quella cosa che fa parlare e scrivere milioni di persone, dopo i 50 milioni di Tecnici della Nazionale, ora abbiamo i 50 milioni (e uno) dei, per dirla alla Benni “ Tennici” della padella. In rete trovi tutto, dalla comare che scrive la ricetta, al top chef che illustra la sua provocazione, gli addetti ai lavori che non riescono neanche a mandare una mail per dirgli dove infilarsela, recensioni di ogni tipo, anche dannose per gli esercizi commerciali, quando, come hanno dimostrato le recenti polemiche sul popolare Tripadvisor, viene usato in maniera fraudolenta per danneggiare od esaltare questo o quel ristorante, le confraternite, le associazioni in difesa di questo o quel cibo o prodotto, che quando ottemperano veramente al loro scopo statutario, dovrebbero diventare patrimonio dell’umanità, gli appassionati addetti e non, poi i programmi televisivi, (nel bene e nel male), le guide, i siti delle associazioni private di categoria, quelli delle aziende medio/grandi bene organizzate, e quelli delle piccole realtà che operano nel mondo del cibo, che sono nella quasi totalità, scarne, poco curate, gestite in maniera artigianale da chi opera direttamente sui fornelli. Poco tempo sulla tastiera, tanto sul risotto, newbie del web marketing, ma power user della mandolina, ( e non è quella cosa che avete pensato ); mi sa che, a pelle, preferisco questi, forse perchè mi riconosco, ma sicuramente, non mi farei curare il sito da loro.
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