Ci risiamo, arriva l’estate e puntuale come i consigli di non uscire nelle ore più calde e bere molto, torna il protagonista dell’estate italiana: il Panettone. No, non sono uscito alle 14 col sole a candela e bevendo anche poco, è una boutade, lanciata qualche anno fa da Davide Paolini, e puntuale come la risacca, arriva il mio commento.
Lunedì 25 luglio a Parma, una nutrita schiera di Pasticceri di fama, tra cui il mio caro amico Carlo Pozza, presenterà una versione estiva del Dolce Natalizio per eccellenza.
Le parole del Gastronauta sono chiare, in uno dei suoi ultimi post dice “sdoganare il panettone dai vincoli natalizi imposti dalla tradizione” la mia domanda è: perché? Per il mercato? Per la logica della rete del tutto e sempre a disposizione? E’ finito il gelato?
Sinceramente non l’ho capito, si parla tanto del riscoprire le piccole cose, di migliorare la qualità della vita, del ritorno a dei ritmi meno frenetici, la stagionalità, tanto celebrata in uno splendido libro dello stesso Paolini, la cadenza della tradizione, che indica la via ai sensi; il bisogno di mangiare un buon panettone ti viene solitamente dopo aver dimenticato quella splendida granita al limone che ritroverai il prossimo agosto, quando comunque avrai già dimenticato l’abbuffata godereccia delle frittelle di carnevale, e così via, in tutti i borghi d’Italia con le mille peculiarietà ed i prodotti tipici e tradizionali.
Siamo troppo rigidi? forse, non sappiamo cogliere le opportunità? probabile, per noi invece, è solo rispetto. Peccato non poter riportare qui lo sguardo esplicito di mio padre, 77 anni, pasticcere da una vita, quando gliene ho parlato, sarebbe stato più esaustivo di tutte le mie parole.
Quindi, Panettone estivo? No grazie