Quando il freddo comincia a farsi sentire e le giornate si accorciano bruscamente per il passaggio all’ora solare, passate le sbornie di feste importate, peraltro sempre meno sentite, inizia il più intimistico dei mesi, novembre.
Comincia con “i Morti”, con la tradizionale visita ai cari defunti, con il ritrovo fra parenti ed amici, e queste occasioni spesso diventano momenti di convivio, nella nostra regione, la tavola usualmente si imbandisce con soppressa, castagne, patate americane, vino nuovo e le fave, le “Fave dei morti”.
Nel periodo classico la fava, il legume, veniva considerato un’offerta funebre, ai nostri giorni, le fave dolci hanno sostituito l’originale. Sono diffuse in quasi tutta Italia, e vengono generalmente fatte con le mandorle, mentre nella tradizione veneta/veneziana esse sono, o meglio dovrebbero, essere realizzate esclusivamente con pinoli, molto più costosi delle mandorle, più pregiati e dal sapore più delicato. Le fave così ottenute sono leggere, croccanti, e si sciolgono in bocca.
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